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Vaccinazioni per i connazionali ricadenti nelle categorie elencate all’art. 2 DPR 618/1980

Si informa che i connazionali ricadenti nelle categorie elencate all’art. 2 del D.P.R. 31 luglio 1980 n. 618 potranno essere progressivamente inclusi nelle campagne di vaccinazione realizzate in Italia. E’ stato infatti sottoscritto in proposito un Protocollo tra Ministero della Salute e Agenzia Italiana del Farmaco, che indica la procedura per l’accesso alla vaccinazione contro il COVID-19 per tali soggetti. Tra essi si annoverano i lavoratori temporanei (compresi i ministri di culto), i lavoratori che abbiano temporaneamente perso il lavoro, i titolari di pensione italiana temporaneamente all’estero, i titolari di borse di studio, i dipendenti pubblici e i loro familiari.

Il Protocollo (consultabile qui) prevede:

a) la possibilità di prenotare la vaccinazione in Italia, in base alle tempistiche e le priorità stabilite nel Piano Strategico Vaccinale Nazionale e secondo le disposizioni normative per gli spostamenti da e per l’estero in vigore al momento della data stabilita per la somministrazione vaccinale. Si precisa che il Protocollo non esenta in alcun modo dal rispetto della normativa attualmente vigente in Australia in merito alle autorizzazioni per l’uscita e il reingresso nel Paese. Si segnala inoltre che non sono previsti rimborsi per i viaggi di rientro finalizzati alla vaccinazione.

b) la possibilità di aderire autonomamente al piano vaccinale australiano, anche qualora esso preveda la somministrazione di vaccini al momento NON autorizzati in Italia o in ambito europeo, con copertura delle eventuali spese e/o ticket derivanti dall’accesso alla vaccinazione in loco da richiedere alle rappresentanze diplomatico-consolari competenti (come già avviene per i rimborsi delle spese sanitarie ex DPR 618/80).

NON sono invece consentiti rimborsi ex DPR 618/80 per acquisti individuali di dosi di vaccino non rientranti nell’ambito dei Piani Nazionali Vaccinali locali: e cio’, in analogia a quanto previsto per gli italiani residenti in Italia, cui non è al momento consentito l’accesso a vaccini diversi da quelli individuati dal Piano Strategico Vaccinale Italiano.

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